Yamadojo A.S.D. L'Aquila
SCUOLA TRADIZIONALE DI ARTI
MARZIALI E DISCIPLINE ORIENTALI:
Karate-do, Kung fu, Tai chi chuan, Difesa Personale,
Kali/Jeet kune do.
Anno academico 2024-2025
L’associazione sportiva dilettantistica
Yama Dojo è attiva all’Aquila dal
1987. Il direttore tecnico
è
il dott. Dante Bellini, maestro cintura nera
7° dan e noto scrittore abruzzese. Safeguarding
dell'associazione è il dott. Luigi Desiderio,
telefono 348.6458632 – email:
desiderio.luigi.90@gmail.com
Le iscrizioni ai vari corsi, per l’anno
accademico 2024-2025, sono aperte dal 1° settembre,
presso la sede storica di Via Caldora 13/15 (vicino
al Terminal di Collemaggio e a pochi metri da
Porta Bazzano) - L’Aquila.
Le lezioni vanno dal 1° settembre al 30 giugno.
Luglio: solo cinture nere.
C.F. 93008250669
M°Dante
Bellini
CHI SIAMO
La Yama dojo è una
ASD, Associazione Sportiva Dilettantistica, senza
fine di lucro il cui scopo sociale è la
pratica e la conoscenza delle Arti Marziali.
Il dojo (il luogo dove si praticano le Arti Marziali) è situato a pochi
passi da una delle porte storiche più suggestive dell’Aquila,
Porta Bazzano, al confine con la zona rossa, cioè la parte della città intedetta
e disabitata dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
Il suo direttore tecnico è Dante Bellini, un appassionato praticante e cultore delle Arti Marziali iniziate all’età di undici anni, quando fu attirato dalla loro terribile efficacia e dal fascino e mistero che le circondava. Una passione portata avanti con dedizione, impegno, qualche sacrificio e una volontà di ferro.
Sempre sulla falsariga di un sogno precoce che ne ha condizionato le scelte e gli obiettivi. Egli è un punto di riferimento per tutti quelli che vedono nelle Arti Marziali una disciplina, una scuola di vita, un formidabile metodo di Difesa personale, un toccasana per la salute e, in quest’Italia disincantata, consumista e frenetica, una parentesi di sana sportività. Molte sono le cinture nere formate nel corso degli anni alcune delle quali collaborano sistematicamente col maestro.
Le lezioni sono comprensive di preparazione generale, tecniche di base, combattimento nelle sue varie forme, studio e applicazione delle forme tradizionali (kata o lu), il tutto integrato con le moderne metodologie didattiche. I corsi sono organizzati in base all’età o al livello tecnico degli allievi. Periodicamente, nei fine settimana, vengono organizzati seminari e stage di approfondimento teorico pratico su argomenti specifici.
Per l’acquisizione di un grado superiore o della qualifica di istruttore, gli allievi graduati 1° chi, cinture marroni o nere, devono partecipare al corso regionale che viene bandito ogni anno e che si svolge l’ultimo sabato del mese, da febbraio a giugno, all’Aquila, Pescara e Sulmona.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO
ANNO SPORTIVO 2024-2025
ORARIO delle LEZIONI
LUNEDI e GIOVEDI
ore 17,00 Karate bambini 1
ore 18,00 Karate bambini 2
ore 19,00 Kung fu e Tai chi chuan
ore 20,00 Karate adulti
ore 21,00 Kung fu e Tai chi chuan 2
Giovedi ore 10.00
Tai chi chuan corso per la terza età
MARTEDI e VENERDI
ore 19,30 Kali/Jeet Kune Do
SABATO
Corsi istruttori e lezioni private
Per contatti:
339.2203491 – bellini@yamadojo.com
Corsi istruttori e lezioni private
Se vuoi saperne di più clicca:
Karate-do-----Kung fu------Tai Chi Chuan
Breve storia delle Arti Marziali
Da Bodhidharma a Okinawa
La storia, o la leggenda, racconta che intorno al 500 a.C. un monaco buddista, Bodhidharma, dall’India si spostò in Cina presso il monastero di Shaolin, dove mise a punto all’inizio un semplice metodo d’educazione fisica. Lo scopo era di dare ai suoi discepoli i mezzi per conservare la forma e la salute attraverso degli esercizi destinati a compensare lunghe ore di meditazione. In ragione della sua efficacia in combattimento, il metodo servì ben presto ai monaci per difendersi dalle numerose aggressioni di cui erano vittime nel corso delle loro peregrinazioni. Era nata la boxe cinese, chiamata con vari nomi tra cui Chuan fa, Shaolin chuan, Tang shou tao. Nel XVI° secolo, sotto la dinastia Ming, i cinesi conquistarono l’isola di Okinawa, nel Pacifico. Così le “arti del pugno” cinese s’incontrarono e si fusero con le arti di combattimento locali; nacque il Karate d’Okinawa o Okinawa-te, l’arte di Okinawa. Due secoli più tardi uno slancio decisivo fu dato da Shimazu, signore feudale giapponese, quando conquistò l’arcipelago delle isole Ryukyu. Okinawa passò sotto il giogo giapponese e gli abitanti si videro interdire il possesso di tutte le armi. Questo divieto produsse l’effetto contrario in quanto gli isolani si riversarono sulla pratica dell’Okinawa-te, raggiungendo un alto livello tecnico. Il Karate, non ancora noto con questo nome, si sviluppò allora nella sua forma più violenta, con lo scopo di poter uccidere a mano nuda. Degli allenamenti speciali, destinati a indurire le armi naturali del corpo umano, furono messi a punto, anche con l’ausilio di particolari attrezzi, come il makiwara, la treccia di paglia, o i secchi pieni di sabbia o pietrisco.
Il XX° secolo
Fu nel XX° secolo che dei maestri di Okinawa-te si recarono in Giappone. Il primo fu, nel 1917 e poi nel 1922, Gighin Funakoshi. Le sue dimostrazioni a Tokio furono memorabili e scatenarono l’entusiasmo e l’interesse dei giapponesi. Da esse il Karate iniziò una diffusione straordinaria in tutto il mondo. Se Gighin Funakoshi è considerato universalmente il fondatore del Karate moderno, altri due maestri ebbero la loro importanza: Kewa Mabuni e Miyagi Chojun. Sono stati loro a dare origine a tre grandi stili di karate: lo Shotokan (creato da Funakoshi), basso e leggero; lo Shito ryu (creato da Mabuni), un po’ più alto e potente; il Goju ryu (creato da Miyagi), dagli spostamenti più piccoli, ma con colpi molto potenti. A questi tre stili ne va aggiunto un quarto, il Wado ryu, il più giovane, nato nel 1934 ad opera del maestro Hironori Otsuka, cinesiterapista di professione e antico allievo di Funakoshi. Il suo nome significa "lo stile della Via della Pace”. E’ il primo stile a essere originario del Giappone. E’ uno degli stili più dinamici, caratterizzato da posizioni più alte e dall’uso diffuso delle schivate. Questi sono solo gli stili più conosciuti. Ve ne sono diversi altri, ognuno con la propria storia e validità.
In Italia
Il karate si diffuse dall’inizio degli anni Sessanta grazie alla passione di quelli che sarebbero diventati i primi maestri e all’impegno dei tecnici giapponesi chiamati in Italia o inviati direttamente dalle varie organizzazioni del Sol levante. Prima ancora le poche possibilità di apprendere i rudimenti del karate erano di affidarsi a chi per lavoro aveva contatti con il Giappone o di recarsi, al prezzo di grandi sacrifici, dove si erano stabiliti i primi maestri giapponesi in Europa. Come fece il maestro Basile che si recava periodicamente a Parigi a prendere lezioni dal maestro Hiroo Mochizuki. Personaggi fondamentali e carismatici per la diffusione delle Arti Marziali in Italia furono soprattutto due: il maestro Roberto Fassi a Milano e il maestro Augusto Basile a Roma. Tra i maestri giapponesi i più famosi furono Hiroshi Shirai a Milano (Shotokan), Yutaka Toyama e Iwao Yoshioka a Roma (Wado-ryu).
Il kung fu seguì un altro
percorso. Arrivò più tardi, all’inizio
degli anni Settanta, sulla scia del ciclone Bruce
Lee e company. Dopo essere rimasto segreto per
centinaia di anni, gelosamente custodito dai
suoi adepti e con una realtà vitale rappresentata
da circa trecento stili, giunse anche per esso
il momento di rivelare al mondo i suoi segreti
e il suo fascino. L’entusiasmo scatenato
dai gonfu movies portò a una grande richiesta
di maestri. Uno di questi, il maestro Chang
Dsu Yao, avrebbe segnato profondamente la storia
e lo sviluppo del kung fu in Italia. Giunse in
un periodo di grande confusione tecnica e didattica,
portando con sé chiarezza, competenza
ed entusiasmo. Egli nel corso di una quindicina
di anni (è scomparso il 7 febbraio 1992),
creò un piccolo impero formato da diverse
migliaia di praticanti e istruttori, e da decine
di associazioni, tuttora vitalissime e sparse
su tutto il territorio nazionale. Anche in questa
storia si rivelò fondamentale l’azione
meritoria del maestro Roberto Fassi (è deceduto
il 12 febbraio 2014) e delle sue grandi capacità tecniche
e umane.
A lui, ai personaggi citati e ai tanti altri
maestri che hanno dato in vario modo il loro
prezioso contributo allo sviluppo e alla conoscenza
delle Arti Marziali, i praticanti italiani devono
molto.
Contact
Scuola Karate, Kung fu, Yoga, Tai Chi Chuan,
Difesa personale. Yamadojo L'Aquila
Via Caldora 13 67100 L'Aquila Cell. 339 220 3491